I bambini che ancora oggi sono colpiti dai danni derivanti dal disastro nucleare di Chernobyl del 1986 hanno una precisa esigenza: interrompere periodicamente l’esposizione ai radionuclidi assunti attraverso i cibi contaminati, dato che “il 70-90% della dose di radiazione (derivante dal Cesio 137, dallo Stronzio 90 e in parte dal Plutonio) passa direttamente dal terreno ai prodotti alimentari e da questi agli esseri viventi.
Da qui, l’attivazione di una serie di interventi che Kuore di Roma onlus porta avanti con costanza e passione.